Con questo termine si indica un meccanismo di incentivazione statale, in vigore dal 19 febbraio 2007, che per 20 anni remunera l'energia elettrica che un impianto fotovoltaico produce trasformando l'energia solare.
Gli incentivi variano in base alla potenza e al grado di integrazione architettonica dell'impianto sull'edificio.
L'incentivo viene erogato dal Gestore dei Servizi Elettrici (www.gse.it), che è una società dello Stato, interamente posseduta dal Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Sì. Il nuovo conto energia, in vigore dal 1 giugno 2011, mantiene gli incentivi per l'installazione di impianti fotovoltaici.
I criteri per l'erogazione dei sussidi sono, tuttavia, un po' differenti da quelli precedenti: si privilegiano gli impianti piccoli, rispetto a quelli grandi e quelli sugli edifici, rispetto a quelli con una diversa ubicazione.
Per i grandi impianti, il nuovo conto energia ha stabilito un tetto massimo di spesa pubblica (300 milioni di euro) che non può essere superato nell'anno in corso. E', di conseguenza, evidente che in caso di impianti di dimensioni importanti è essenziale richiedere l'incentivo velocemente per rientrare nella quota di incentivazione prevista.
Per poter fare un giusto calcolo, bisogna verificare il consumo di energia elettrica di un intero anno, tramite la somma dei consumi riportati dalle singole bollette. La potenza dell'impianto fotovoltaico dipende esclusivamente dalle abitudini energetiche dell'utente, non dal numero di persone che fruiscono dell'energia, né dalle dimensioni dell'unità abitativa servita dall'impianto. Quindi, anche se la fornitura standard di energia elettrica per una famiglia media italiana è pari a 3 kW, non è detto che l'impianto fotovoltaico debba avere questa potenza, perché, come detto, deve solo coprire l'effettivo fabbisogno dell'abitazione.
I moduli fotovoltaici in silicio monocristallino-policristallino occupano circa 7,5 metri quadri, quelli in silicio amorfo circa 16. La superficie necessaria è comunque funzione della tipologia di installazione.
Possiamo stimare che in un anno la resa massima sia:
nel nord Italia di circa 1200 kWh
nel centro Italia di circa 1300 kWh
nel sud Italia di circa 1500 kWh
No, l'impianto fotovoltaico ha una sua linea autonoma che deve essere collegata in parallelo al quadro elettrico generale.
SI', la natura architettonica degli edifici industriali (ampie coperture piane non ombreggiate) e l'ingente fabbisogno energetico (illuminazione di grandi volumi, richiesta energetica per lavorazioni specifiche...) rendono tali strutture ottimali per l'introduzione di questa tecnologia.
NO. L'installazione di un impianto fotovoltaico parzialmente o completamente integrato nella struttura del tetto non comporta un aumento del rischio di intercettazione dei fulmini. Se esistente l'impianto parafulmine andrà collegato ai nuovi apparati; in caso contrario la realizzazione di un impianto parafulmine non è necessaria.
In virtù del fatto che un impianto fotovoltaico non è costituito da parti meccaniche in movimento, il rischio di guasto è quasi nullo.
I tempi medi di ritorno attuali sono di circa 8 o 9 anni nel Nord Italia e di circa 7 o 8 anni nel Centro-Sud.
In realtà questi dati sono in continua diminuzione, se si considera l'aumento costante del costo dell'energia e l'evoluzione della tecnologia fotovoltaica. La durata degli incentivi del Conto Energia è di 20 anni, ma i pannelli sono garantiti*; per più di 20 anni ed il ciclo di vita di un impianto è di almeno 30 anni.**
Per una famiglia media il cui consumo è di 2800 kWh anno, la quantità di anidride carbonica non immessa nell'atmosfera in un anno è di circa 1,5 tonnellate.